Marvel IT presenta
#85 – Dissolvenze
di Mickey e Fabio Furlanetto
FBI di New York
Una sala interrogatori
Peter Parker è
già stato dietro le sbarre e ha avuto fin troppe volte a che fare con la
polizia, anche solo in borghese. Ciò non toglie che si trovi estremamente a
disagio nel trovarsi in arresto, sotto la metaforica lampada di un
interrogatorio di terzo grado. Soprattutto quando è successo tutto di punto in
bianco, per accuse infamanti che non riconosce in nessun grado.
L'unico motivo di conforto è la presenza, al suo fianco, dell'avvocato Matthew
Murdock, segretamente il giustiziere Devil, una delle persone che più al mondo
gode della sua stima e fiducia, subito accorso a difendere i suoi interessi.
-Vi ripeto che non so nulla dei finanziatori! - inizia a perdere il controllo,
all'ennesima domanda su fantomatiche organizzazioni terroristiche che avrebbero
sovvenzionato le ricerche del suo dipartimento universitario.
-Che rapporti ha con il dottor Toninev? - insiste l’agente speciale che lo sta
torchiando.
-Chi? - controbatte Peter, con un notevole grado di sincerità - Quel Toninev?
Lo conosco solo di fama, nell'ambiente... Non so che cos'abbia a che fare con
il laboratorio...
-Basta giocare al bravo ragazzo, signor Parker. Forse può ingannare la gente
comune con il suo faccino, ma non i professionisti.
-La prego di usare toni più rispettosi, agente- interviene Murdock.
-Tranquillo, Matt... - borbotta il suo cliente, quasi ferito nell'orgoglio per
quell'assist. Gli ricorda i tempi del liceo, quando era ancora bullizzato e
qualche (rara) anima pia lo soccorreva.
-Va bene, scopriamo le carte. Qui risulta che lei ha fatto viaggi in Europa
durante il suo periodo di dottorato: Italia, Gran Bretagna, Latveria.
Ufficialmente viaggi di studio e conferenze, anche se dagli atti, i periodi
appaiono ingiustificati rispetto ai reali impegni accademici. Il punto è che,
per almeno un paio di loro, siamo risaliti ai finanziatori... e guarda caso, le
trasferte erano sul libro paga del P.H.A.D.E.
All'Uomo Ragno si gela il sangue. Guarda in direzione di Matt, che si gira
discretamente verso di lui, mentre sta ascoltando il suo battito cardiaco: sa
che ha qualcosa da nascondere al riguardo.
-Se... se è quel che vi risulta, non sarò io a metterlo in dubbio, ma io mi
sono affidato all'università, non mi sono interessato della copertura finanziaria...
-Dai tabulati telefonici, risultano un paio di contatti diretti con membri del
P.H.A.D.E., tra cui Dafne Milles, rappresentante dei laboratori RAVEN in cui si
fabbricava la bomba. O lei è stato molto ingenuo, signor Parker, o ha creduto
di essere molto furbo.
-Su due piedi non saprei, avrò sicuramente parlato con qualcuno degli
organizzatori delle conferenze... io voglio collaborare con voi, voglio capirci
qualcosa di questa storia: se mi spiegate cosa sta realmente succedendo...
-Io ritengo che non ci siano elementi per trattenere oltre il mio cliente, che
sicuramente si renderà a completa disposizione delle autorità per ulteriori
colloqui - si alza Matt, con una certa autorevolezza.
-Non finisce qui, signori- minaccia l’agente, prima di arrendersi e lasciarlo
andare in modo condizionato.
Empire State University
Maureen Goodwin affonda svogliatamente la forchetta nel
piatto, così distratta dai propri pensieri da non far caso alla confusione di
una mensa universitaria.
Di
solito approfitta del pranzo per ricaricare le energie mentali e chiacchierare
con le amiche, ma non riesce a seguire il discorso delle proprie commensali.
Non è riuscita nemmeno a prestare attenzione alle lezioni della mattina.
Continua a pensare ai cadaveri che ha visto tra le macerie.
La
sua co-inquilina cerca di attirare la sua attenzione schioccando le dita
davanti alla sua faccia:
-Hey,
terra a Maureen! Non sarai mica depressa perché oggi non c’era Parker, vero?
-Non
essere ridicola, Kalisha. Stavo ripensando a quello che è successo
all’attentato dell’altro giorno.
-Oh.
Conoscevi qualcuno che...
-No,
per fortuna no. Ma se ci ripenso...se il Coordinatore può piantare delle bombe
al quartier generale della polizia e farla franca così facilmente, quale sarà
il suo prossimo bersaglio?
-E
chi lo sa. Ma non ci perderei del sonno, Maureen...non è che tu possa fare
qualcosa per catturarlo, giusto? Sono sicura che prima o poi qualcuno lo
fermerà – risponde Kalisha, tornando a mangiare di buon gusto senza
preoccupazioni al mondo.
-Sì...ne
sono sicura anch’io – risponde Maureen, sorridendo.
Nella
sua mente, le immagini dei morti hanno lasciato il posto alla composizione
chimica dell’esplosivo usato dal Coordinatore.
In un vicolo di Hell's Kitchen
Volteggiare per la città è sempre stato un modo per sfogare tensioni e
nervosismi, e in questo frangente l'Uomo Ragno ne aveva più che bisogno. Eppure
vedere il suo amico Devil fermarsi e appollaiarsi sul cornicione di un tetto
rappresenta un sollievo, vista la sua voglia di discutere liberamente di quello
che sta capitando.
-Qui possiamo parlare- annuncia il Cornetto.
-Alla buon'ora. Ma che ne sai?
-Conosco il quartiere palmo a palmo, e i miei sensi mi garantiscono che non c'è
nessun orecchio indiscreto o cimice nei paraggi. Né ci hanno seguito, ovviamente.
-In particolare telecamere, eh?
-L'hai detto, fratello.[i]
-Speriamo. Allora? Sono spacciato?
-Non saprei. Dimmi prima quello che non potevi dire all'FBI.
-E' qualcosa a cui cercavo di non pensare da mesi e di cui avrei dovuto
parlarti da subito, ma avevo paura.
-Paura? Tu?
-Non sono io quello che chiamano «l'uomo senza paura»! Il P.H.A.D.E. è
un'organizzazione paragovernativa che usa e sorveglia i metaumani. Sanno molto,
troppo di noi. Non escludo che sappiano anche di te. Mi hanno ricattato con la
conoscenza della mia identità segreta per mandarmi in missioni all'estero.[ii]
-Ancora? Ma in quanti conoscono la tua identità, Peter?
-Meno
super-criminali di quanti conoscono la tua, quindi non farmi tanto la predica.
E non era niente. Insomma, che puzzassero di marcio lo sentivo, anche se avevo
le mani legate. Ma non sapevo avessero finalità sovversive! Né che potessero
essere coinvolti i miei colleghi di laboratorio...
-La situazione non è così semplice e lineare. Siamo d'accordo che il P.H.A.D.E.
non dovrebbe esistere, soprattutto nella segretezza in cui ha agito. Guarda
cosa è successo con quella sezione deviata dello SHIELD, i Guardiani. [iii] Il
problema è che c'è una mela marcia all'interno della mela marcia. Il gruppo
eversivo che operava tramite questi laboratori RAVEN è nato in seno
all'organizzazione... e stavano appunto sviluppando in collaborazione con i
tuoi colleghi questo ordigno mesonico... qualsiasi cosa significhi.
-Hanno confessato?
-No, ho sentito... e non avrei dovuto... che hanno continuato a negare fino
all'ultimo, ma mentivano spudoratamente. E le prove contro di loro sono molto
schiaccianti.
-Tutto è saltato fuori per l'incidente con Quicksand?
-Esatto. Anche se ha colpito un altro laboratorio, pare che i rilievi di
routine abbiano portato alla luce altre irregolarità nel dipartimento, e
così...
-E io senza saperlo ho messo a punto per loro il materiale superconduttore per
farlo funzionare... non mi capacito del fatto che sia successo tutto sotto il
mio naso. A che accidenti serve il Senso di Ragno?!
-Il pericolo è stato troppo subdolo, evidentemente. A meno che non siano in
possesso di un modo per neutralizzarlo, visto che ti conoscono tanto bene...
Nel minuto successivo si potrebbe quasi udire il rumore delle loro meningi che
si spremono.
-Ora che cosa succederà? Scopriranno tutto su di me?
-Ora come ora le alternative sembrano due: o scagionarti dalle accuse di
terrorismo spiegando il coinvolgimento dell'Uomo Ragno, o beccarti le accuse
nascondendo il tuo segreto. Prima che tu vada nel panico, farò carte false per
trovare una terza via.
-Grazie, amico. Non ho mai dubitato di te. Non... non so cosa dire a Mary Jane.
Prima di rientrare a casa, devo far visita a un altro amico che può aiutarmi.
In casi come questi, bisogna lavorare anche di pubbliche relazioni, per quanto
patetico e... poco etico.
La sua mente corre ad Arthur Stacy e Terenzio Rucker.
-Non farti scrupoli a giocarti tutte le carte per disinnescare questa mina. Io
per primo chiederò discretamente aiuto a Foggy, nel
malaugurato caso in cui dovesse essercene bisogno. Andiamo?
L’arrampicamuri
è pronto a lanciarsi in volo tra i palazzi, ma l’Uomo Senza Paura lo ferma.
-Solo
un’altra domanda. Quella ragazzina che ti ha aiutato dopo l’esplosione...
-Catalyst.
E non è una ragazzina, è più vecchia di quanto ero io quando ho cominciato.
-Non
che ci voglia molto.
-Hey!
-Aiutando
te si è disegnata un bel bersaglio in fronte. Non mi preoccupo per te...
-Grazie
tante, cornetto.
-Sii
serio per un minuto! Il Coordinatore gioca pesante; stai molto attento prima di
lasciare che una dilettante si trovi costretta a crescere più in fretta di
quanto dovrebbe.
-Scommetto
che sei sempre l’anima della festa, Devil – scherza l’Uomo Ragno, allontanandosi
con un salto di dieci metri.
-Avevo
chiesto un minuto – scuote la testa Devil, prima di partire all’inseguimento.
Alcune
urla femminili provengono dal fondo della strada, centinaia di metri più in là.
In lontananza si nota qualcosa che sembra un'aggressione.
“Mi ci voleva proprio una bella scazzottata” pensano entrambi gli eroi.
Una
squallida palazzina nel Bronx
-Voi siete fuori
di testa - è il commento più verace che fuoriesce dalla bocca di Hermann
Schultz, dopo aver ascoltato i piani di Adrian Toomes e Maxwell Dillon intorno
a una tavolata piena di piatti appena spazzolati.
-Bel ringraziamento - si lamenta Electro.
-Ragazzi, non dico che volevo ripulirmi, ma mi stavo intortando i giudici... e
la stampa... facendo finta di collaborare, dando qualche soffiata qua e là.
Grazie per avermi fatto evadere, ma avete fatto saltare in aria tutto... per
cosa? Per riunire i Sinistri Sei. Roba da matti.
-Lo so che sembra da masochisti. E so che penserai che nello stato in cui
verso, io non ho niente da perdere... - confessa il decrepito Avvoltoio -
eppure è una questione di autodifesa. Il Coordinatore ci vuole fare fuori.
-Da quello che mi avete riferito, la vostra è una mania di persecuzione bella e
buona.
-Senti, quello che convince me è: stavolta l'Uomo Ragno dev'essere in fondo ai
nostri pensieri - puntualizza Dillon - Dobbiamo pensare a farci i soldi. Hai
visto quello che abbiamo combinato in due al Ryker's? Hai visto quanta grana
abbiamo messo insieme in questi giorni? Pensa a quello che possiamo fare in tre,
quattro... in sei. In più, ci
possiamo guardare le spalle a vicenda da chi ci vuole morti... o dalla pula, se
è per questo.
-“La pula”? E meno male che sono io il vecchio qui dento – lo
schernisce Adrian.
-Che volete che vi dica... ormai sono un evaso, non so dove andare, che fare.
Approfitterò della vostra ospitalità e mi renderò utile come posso.
-E' un inizio. Bentornato a bordo - gli stringe la mano Max.
-Ora fai i piatti, da bravo ospite - suggerisce caldamente Adrian.
-Iniziamo bene... ma da quanti anni non ne lavate? - commenta la pila di
stoviglie fetide che riempie il lavabo. Armatosi di buona lena, di spalle ai
compagni, si distrae dal fastidio riprendendo la discussione:
- ... ma che avete in mente ora?
-Dopo Ryker's, o manteniamo un basso profilo, o alziamo la posta - suggerisce
Electro.
-Per me dobbiamo continuare a cercare Octopus: per capire se è il
Coordinatore... o in caso contrario, per spingerlo a combatterlo insieme a noi
- propone l'Avvoltoio.
Con una puntualità teatrale,
qualcuno bussa alla porta. Electro si incammina per aprirla, ed il bussare si
fa sempre più insistente.
-Se è uno
degli inquilini che vuole lamentarsi del rumore per l’ennesima volta giuro che
lo fulmino.
Un braccio
metallico sfonda la porta, mentre altri due la aprono lentamente.
Electro resta
immobile, incerto su come reagire. Il rumore dei piatti lasciati cadere da
Shocker non aiuta a rendere il momento meno teso.
Un robot ad
otto zampe, o meglio tentacoli, fa strada al nuovo arrivato che non ha dovuto
muovere un muscolo. Un secondo robot affonda gli artigli sulla punta dei
tentacoli nel muro, togliendo il cappello al proprio creatore non appena mette
piede nell’appartamento.
-Buonasera.
Mi cercavate? – si introduce il Dottor Octopus.
Appartamento di Oliver Terenzio Rucker
Seduto sul divano, il tenente Rucker sobbalza quando la sagoma dell'Uomo Ragno
si palesa sulla finestra accanto al televisore.
-Non dirmelo: ti ho fatto perdere dieci anni di vita e non dovrei essere qui - lo
anticipa il suo amico mascherato, una volta accomodatosi all'interno.
-Hai anche la telepatia, adesso? Credo di sapere perché sei qui e potrei avere
qualche buona notizia per te.
-Buona notizia per me? Una combinazione di parole troppo improbabile. Siamo su Punk'd?
-Siediti.
All'arrampicamuri fa sempre strano stare comodamente seduto su un divano, come
se non stesse indossando una calzamaglia. Non è il momento di fare lo
schizzinoso.
-Grazie alle indiscrezioni che mi hai fatto mesi fa, avevo avviato una personale
inchiesta contro il P.H.A.D.E.. Troppo pericoloso per i miei gusti. Ero sicuro
che avesse qualche punto debole. Avevo raccolto molto materiale, tenendoti
sempre fuori... ma insufficiente. Quando Quicksand ha attaccato l'università,
si è aperto un varco. Ne abbiamo approfittato per fare intercettazioni e
controlli incrociati... ed è saltato fuori l'impensabile.
-Capisco. Ti ringrazio e ti ammiro per il lavoro che hai fatto, anche se mi
porterà alla rovina.
-Non mettere il carro davanti ai buoi. Per quanto riguarda il mio lavoro, me
l'hanno sottratto: ora è competenza dei federali. Per fortuna ho buoni rapporti
con loro, contrariamente alla tradizione, e non sono del tutto tagliato fuori
dagli sviluppi dell'inchiesta.
-E...?
-Su impulso del Presidente, l'FBI, l'FBSA, persino lo SHIELD... vogliono
insabbiare la faccenda con una sorta di “detonazione controllata”, se mi passi
la metafora. Sarebbe molto scomodo se la storia facesse troppo rumore.
-Non mi piacciono i segreti di Stato, neanche quando potrebbero tornarmi
utili...
-Difatti dovrebbe tornarti utile. Il PHADE ha archivi di dati sensibilissimi
sulla popolazione metaumana e, se vuoi la verità, si temono ritorsioni
pesantissime da parte vostra.
-Si fidano dei supereroi, eh?
-L'indirizzo generale... per il quale, modestamente, ho messo la pulce
nell'orecchio... è di stralciare la posizione di tutti i metaumani coinvolti
nello scandalo, a maggior ragione per quelli ricattati. Ti fa suonare qualche
campanello?
-Sì...
-Per il resto, l'ordine è di smantellare completamente l'organizzazione,
secretare o distruggere i loro archivi, sequestrare la loro tecnologia. Si farà
un processo-lampo, molto discreto. Le mele marce coinvolte nella creazione
della bomba a mesoni verranno trattate poco meglio dei detenuti di Guantanamo,
se ho letto bene tra le righe. Agli altri verrà imposto il silenzio e verranno
tenuti sotto controllo.
-Non suona come una procedura legalmente corretta, e suona troppo bello per
essere vero. Qual è il "ma"?
-Per ora nessuno, a meno che non consideriamo tali i tempi tecnici di
un'operazione di questa portata.
-Puoi star certo che non abbasserò la guardia. C'è niente che possa fare?
Qualcuno da braccare e prendere a pugni, possibilmente con un costume con le
mutande sopra i pantaloni?
-No, per quel che ne sappiamo non c'è nessun super-criminale, nessun genio del
male dietro, se escludiamo quel pazzo del dottor Toninev, che è già stato
sbattuto in cella. Purtroppo, o per fortuna, si tratta solo un gruppo di
persone normali, assetate di potere e di sangue.
-Odio questa moda moderna dei terroristi civili. Oggi più che mai avrei bisogno
di un criminale mascherato con cui prendermela. Non c'è gusto, così.
-Per una volta che le autorità competenti stanno facendo tutto il lavoro da sé,
ti lamenti?
-Oh, Terenzio, non mi conosci abbastanza allora. Lamentarmi è la mia
occupazione principale. Ora è meglio che vada perché a casa si staranno
preoccupando. Come posso ringraziarti per il tuo... supporto?
-Stammi alla larga il più possibile. Sai che non voglio fare la fine di George
Stacy o della DeWolff.
-Farò il possibile, capo. A buon rendere!
Chinatown, Manhattan
Ventiquattr'ore più tardi
Essere sospesi dal lavoro ha i suoi lati positivi.
Peter Parker ha fatto le ore piccole con Mary Jane in camera da letto, ha
dormito fino a tardi, ha passato ore a giocare con sua figlia May, ha assistito
per la prima volta alle prove di Hairspray
e ha portato la famiglia a cena fuori. In tutto questo, ha tenuto il telefono
staccato: non voleva saperne degli sviluppi dell'inchiesta; non voleva andare a
trovare Catalyst, non voleva indagare sul giro del Coordinatore, né
sull'evasione di Shocker. Una giornata il più normale possibile, per
dimenticare l'incubo a occhi aperti che era stato il giorno precedente.
E una giornata normale, per l'Uomo Ragno, include anche una sana ronda in giro
per New York, dopo aver dato la buonanotte alla sua donna e alla sua bambina.
Poeticamente, la quiete dopo la tempesta.
Proverbialmente, la quiete prima di un'altra tempesta.
L'umore dell'arrampicamuri subisce una drammatica virata verso il basso
all'ascolto casuale di un suono.
La risata di Goblin.
La risata del suo peggior nemico.
Che non sentiva da un paio d'anni e che contava di non risentire più.
Svoltato un angolo, lo coglie un parziale sollievo, quando vede con i propri
occhi la mise del Folletto Verde.
Diversa da quella tradizionale della sua dinastia di nemici; piuttosto, il
costume del fantomatico supereroe che, anni fa, aveva tentato di redimere il
nome di Goblin, combattendo dalla parte giusta.
Avvicinandosi, però, il suo sistema uditivo entra nel raggio d'azione della
malefica risata. Atterra d'emergenza sul tetto e preme le mani sulle orecchie:
quel suono lo sta facendo impazzire. Ed è la conferma che il tizio è
equipaggiato come il vecchio giustiziere.
Con gli occhi socchiusi per il fastidio, lo segue con lo sguardo, mentre
dall'alto del suo aliante rincorre tre giovani, carichi di tablet, presumibilmente prelevati da un negozio di informatica la
cui vetrina è in frantumi. Quasi impotente, assiste al lancio di altrettante
bombe-zucca al loro indirizzo, che esplodono a pochissima distanza da loro,
facendoli sbalzare via.
-Goblin!!! - urla Testa-di-tela, ottenendo l'effetto di fargli smettere di
ridere. Il Folletto vira con il suo aliante e lo saluta con un allusivo:
-Uomo Ragno...
-Sta' attento con quelle bombe!
-Avrebbero dovuto pensarci meglio prima di svaligiare---ehi, stanno scappando!
Con permesso...
L'aliante sfreccia a tutta velocità verso l'ultimo dei delinquenti, che arranca
per gli effetti della bomba-zucca. Goblin lo afferra per la collottola, lo
trascina per qualche metro, prima di farlo rovinare sull'asfalto.
-Ora basta, fermati! - gli intima il tessiragnatele alle sue spalle, arpionando
i due ladruncoli in fuga con due ragnatele. Atterra sui due piedi e li trascina
violentemente verso sé, prima che Goblin li investa con il suo mezzo volante.
-Mi togli tutto il divertimento... ma fa' pure - fa spallucce il vigilante.
L'Uomo Ragno assicura la coppia al muro con una ragnatela e riparte
all'inseguimento della nuova (o vecchia?) conoscenza. Con un balzo, si appende
alle ali metalliche, destabilizzandolo e rallentandolo.
-Chi sei? Sono settimane che batto la città palmo a palmo, per cercare di
incontrarti!
-Quale onore, tessiragnatele! - lo canzona il Folletto, virando abilmente nel
tentativo di scrollarselo via di dosso, fino a minacciare di infrangerlo contro
una parete di cemento. A quel punto Spidey si solleva sulle braccia e spinge
Goblin verso il tetto più vicino.
Disteso su di lui, tenendogli le mani ferme dietro la schiena, gli sbraita
all'orecchio:
-Nessun onore: voglio sapere chi sei e che intenzioni hai!
-Per rispondere alla prima domanda, prima dovresti toglierti tu la maschera..!
- ribatte, accompagnando le parole con uno strattone che riesce a liberarlo
dalla morsa e a invertire i ruoli: ora sono faccia a faccia, l'uno supino e
l'altro prono. - Riguardo la seconda... aiuto te e gli altri a fare un po' di
pulizia per le strade, non hai visto?
-Se è questo il modo, puoi risparmiarti la fatica! - lo sbalza via il
tessiragnatele, con una doppia ginocchiata nell'addome - Purtroppo hai
confermato quello che avevo letto sui giornali: i tuoi metodi non mi piacciono.
-E allora? Chi ti ha eletto a giudice dei metodi degli eroi mascherati? -
domanda Goblin, dopo essersi rialzato.
La domanda lo coglie in contropiede. Con quale autorità chiede conto
dell'identità del vigilante? Con quale autorità contesta il suo modus operandi? Si risponde subito, a
voce alta:
-Una decennale esperienza e il buon senso. E non so chi tu sia, ma non puoi non
conoscere i miei trascorsi con i Goblin. Qualsiasi tua mossa diventa anche un
mio problema, d'ora in poi.
-Lasciati alle spalle il passato, Uomo Ragno... - suggerisce Goblin, mentre
l'aliante gli va incontro e vi salta su al volo - ... sarà meglio per tutti!
Pieno di dubbi, l'Uomo Ragno lo lascia volare via. I fantasmi degli Osborn
hanno tirato fuori il peggio di lui?
-Sono stanco - si dice a voce alta, mentre volteggia verso Forest Hills.
A San Francisco Ben Reilly si sta scervellando per scoprire chi siano il
secondo Signore del Crimine e il terzo Hobgoblin, e non manca mai di
consultarsi con lui in materia[iv].
Adesso deve aggiungere alla lista il secondo Coordinatore e il sesto Goblin.
Dovrebbe fare una statua al Ragno Nero, che si è occupato di svelare da solo il
mistero del terzo Mangiapeccati.[v]
“Nessuno più si inventa nuovi nomi di battaglia?!” scherza tra sé e sé.
E' ora di tornare a casa e riposare. Interrogatori, scartoffie, indagini: da
domani si ritorna alla difficile quotidianità.
Uno strip-club poco distante
Ricky “Raven” Raveño sniffa la lunga
striscia di cocaina sul tavolo, incitato dai suoi uomini e dalle ragazze
discinte a cui sono aggrappati.
Fino a poche settimane fa era uno dei
tanti luogotenenti del Gufo; dopo la sua disfatta, si è ritrovato a guidare un
numero impressionante di criminali e assassini. Il festino di stanotte è per
festeggiare il massacro dell’ultima gang rivale; ancora un altro paio di
trionfi e Ricky Raven sarà il signore della droga di Manhattan.
I suoi uomini sono troppo ubriachi e
drogati per rendersi conto subito della donna che è appena entrata nel privé,
ma quando lo fanno i fischi di apprezzamento per il suo fisico mozzafiato si
sprecano.
-Ricky Raven. Il Coordinatore vuole
parlarti.
-A che ti serve quel finocchio col
cappello, chica? – chiede uno degli
sgherri, avvicinandosi alla donna ed allungando le mani per palparla.
In meno di due secondi la donna gli
stringe il polso, costringe il suo braccio a ruotare in modo molto doloroso
dietro la schiena, e gli ruba la pistola. Il tutto con la massima naturalezza.
Le spogliarelliste urlano quando
Ricky e la sua gang estraggono le pistole, dando inizio ad una sparatoria
estremamente a senso unico.
La donna usa il corpo che stringe a
sé come scudo umano, uccidendo tre membri della gang di Ricky senza battere
ciglio. Poi il primo proiettile la colpisce in fronte, e lo lascia cadere.
Tutti restano a guardarla resistere
in piedi. Un altro proiettile la colpisce al cuore; poi altri tre, cinque,
sette, riempiendo il suo corpo di buchi. La donna ancora non cade.
Poi avviene qualcosa di
raccapricciante: il corpo della donna diventa bianco come la neve ed il suo
volto scompare, lasciando il posto ad una testa senza volto.
Il Camaleonte inclina la testa. Da
dove poco prima si trovava un orecchio cadono i bossoli.
Ricky Raven abbassa l’arma: è chiaro
che continuare a sprecare proiettili non servirà a niente.
-Il tuo boss si nasconde dietro una puta con super-poteri, eh? Non è abbastanza
uomo da affrontarmi di persona?
Il Camaleonte non dice una parola,
forse perché non ha una bocca. Si limita a fare un passo di lato, lasciando
spazio all’uomo in maschera che è appena entrato nel privé.
-C’è chi dice che i criminali sono
una razza superstiziosa e codarda. Io dico che hanno solo bisogno di qualcuno
che li guidi...anche se alcuni hanno bisogno di un approccio più diretto degli
altri.
-Ti credi un pezzo grosso, gringo? Pensi di avere le palle per
metterti contro Ricky Raven?
Ricky si avvicina al Coordinatore,
mettendo in mostra i muscoli del petto palestrato su cui sono tatuati due
corvi. Potrebbe probabilmente spezzarlo in due.
-Sigh...okay, queste sono le regole –
spiega il Coordinatore, togliendosi il cappello e porgendolo al Camaleonte.
Mentre parla, fa lo stesso con l’elegante giacca alla moda.
-Io dirigo lo show. Chi fa come dico
io e paga la percentuale giusta fa un sacco di soldi. Quelli che provano a
fregarmi muoiono.
-Ma che c###o stai dicendo? – chiede
Ricky, prima di sferrare un gancio destro.
Il Coordinatore blocca il colpo con
il palmo della mano. Ricky Raven si lascia scappare un grido: è stato come
prendere a pugni un muro.
-Non stavo parlando con te –
chiarisce il Coordinatore, afferrandolo per un braccio e sbattendolo contro il
muro come una bambola di pezza. A suo onore Ricky non si dà per vinto, e dopo
aver sputato sangue prova a rialzarsi. Il Coordinatore però lo tiene fermo con
un piede; cercare di sollevarsi è come tentare di fare flessioni con un camion
parcheggiato sulla schiena.
-Camera, please – ordina il
Coordinatore.
Il Camaleonte estrae dai pantaloni
uno smartphone, puntando la videocamera sui due combattenti. Il Coordinatore
tiene stretta la testa di Ricky Raven tra le mani con una forza titanica.
-Se ricevi questo messaggio,
congratulazioni, sei in compagnia di tutti i maggiori criminali di New York.
Quale messaggio, ti stai chiedendo?
Il Camaleonte schiaccia tra le
proprie mani la testa di Ricky Raven come se fosse un acino d’uva, spargendo
ovunque sangue e cervella.
-C’è un nuovo boss in città, e non ha
paura di sporcarsi le mani.
CONTINUA
Note
dell'autore
Questo racconto mette un punto su una lunga e irrisolta sottotrama
ereditata dal ciclo di storie di Yuri N. Lucia. E' giusto sottolineare che non sapremo
mai che uso aveva in mente di fare il P.H.A.D.E. dell'ordigno mesonico, né
quali piani sovversivi avessero esattamente in mente i suoi agenti. La retata
avrà una conseguenza principale: la restaurazione di un ambiente universitario
familiare al giovane Peter Parker. Preparatevi a tornare negli anni '70.
Il ritorno di Goblin, in versione vigilante, è uno dei tanti misteri di cui
stiamo infarcendo la serie. Se avete letto il #78 della gestione in solitaria,
già potreste escludere un candidato sotto la maschera.
[i] Chi ha letto il
primo ciclo di Daredevil di Mr. T, la
nostra nuova serie dedicata al Diavolo Rosso, capirà a che cosa si sta
alludendo.
[ii] Vedi la saga Phade away di Yuri Lucia e successive,
dal #45.
[iii] Se avete letto
Villains LTD e Young X-Men sapete a cosa si riferisce
[iv] State leggendo
il Ragno Rosso di Carmelo Mobilia,
che co-scrivo dal #23?
[v] In Ragno Nero #25.